La conoscenza del veneziano mi ha aiutata molto ad interpretare con maggiore naturalezza le opere di quello che è certamente il nostro maggior commediografo: Carlo Goldoni.
Frequentavo ancora il Liceo Artistico all’Accademia di Venezia, quando il direttore del Teatro Universitario di Ca’ Foscari, Giovanni Poli, mi volle in un ruolo in “Le donne gelose” di Carlo Goldoni e in Rosetta in “Con l’amore non si scherza” di Alfred de Musset.
Certamente, allora, ero più interessata al mondo dei pittori; miei maestri: B. Saetti e G. Cesetti.
Frequentavo la casa del grande pittore astrattista Mario De Luigi, perché andavo a scuola con sua figlia Caterina, ancora oggi mia grande amica e valente storica dell’arte.
In casa loro incontravo il pittore Tancredi, innocente come un bimbo e allora sotto contratto della collezionista Peggy Guggenheim.
Lungo le Zattere vedevo passeggiare al sole De Pisis, Guidi, Carena e Vedova.
Se non avessi, quasi per gioco, iniziato a recitare, avrei cercato di seguire il loro percorso e dipingere.
Ma ormai era scoppiata la “grande passione”.
La grande passione |
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