Trieste mi portò fortuna perché ebbi l’occasione di conoscere Vittorio Gassman. Gassman cercava un’attrice giovane per sostituire Anna Maria Ferrero in “Ornifle” di J. Anouilh.
1969, Teatro stabile di Genova;
I RUSTEGHI di C. Goldoni; regia di Luigi Squarzina; Spina nel ruolo di Lucieta con Lina Volonghi.
E proprio con quella commedia debuttai alla Fenice di Venezia.
Sembrerebbe una favola, e forse è stata la più bella favola della mia vita.
In venti mesi avevo fatto un salto acrobatico: dai piccoli teatri freddi e disagiati al grande Teatro dove raramente si ospitava la prosa, essendo principalmente la “casa della musica”.
Sembrerebbe una fantasia della mia mente e invece ci sono tanti testimoni: i miei veneziani, i miei genitori, i miei fratelli e le gratificanti critiche teatrali.
Alla Fenice sono tornata nel 1968 con “Una delle ultime sere di Carnovale” di C. Goldoni e nel 1969 con “I rusteghi” sempre di C. Goldoni; due spettacoli del Teatro Stabile di Genova, con la regia di Luigi Squarzina, con i quali girai poi tutto il mondo, tanto erano riusciti bene: Parigi, Londra, Vienna, Mosca, Leningrado (oggi San Pietroburgo), etc.
Ormai ero in questo gruppo straordinario, dove ogni attore era un “primo attore”: Lina Volonghi, Lilla Brignone, Elsa Vazzoler, Lucilla Morlacchi, Esmeralda Ruspoli, Omero Antonutti, Eros Pagni, Alberto Lionello e, in piccoli ruoli, i giovanissimi Giampiero Bianchi e Tullio Solenghi.
Quasi sei anni interpretando tanti altri ruoli: “Le serve” di J. Genet; “Madre Coraggio” di B. Brecht, con una indimenticabile Lina Volonghi; “L’intelligenza che guaio” (“Che disgrazia l’ingegno”) di A. S. Griboedov; “L’anconitana” di Ruzante, etc.